Nel popolo si alimentò il mito della principessa mai vista e rinchiusa in Villa Valmarana.
Finché un giorno un principe decise di penetrare nel complesso e cercare la fanciulla.
Quando riuscì ad entrare, Layana, alla sua vista, prese coscienza del suo stato e si disperò fino al punto di togliersi la vita gettandosi dalla torre.
A quel punto i fedeli nani servitori rimasero pietrificati dal dolore.
Ancora oggi i 17 nani sorvegliano il sonno eterno di Layana poggiati sul muro di cinta della Villa Valmarana.
Un tempo i nani erano disseminati all’interno del giardino della villa e si presume che il vero e proprio esecutore materiale di queste statute sia l’artista Francesco Uliaco.
La versione “Romantica”
Il padre per preservarla e difenderla dal mondo esterno, che ne avrebbe fatto sicuramente un motivo di scherno per la sua diversità, fece costruire per lei un giardino a misura nel quale sarebbe cresciuta serena e felice circondata perfino da una corte di persone della sua stessa statura.
Un giorno, però, Layana, incuriosita, decise di andare oltre quelle mura che la proteggevano, affacciandosi al di là della cinta del suo giardino, incontrò lo sguardo di un cavaliere che ammirò il suo bel viso, e lei se ne innamorò.
Ma la storia d’amore non durò molto, una volta scoperto il segreto della principessa il cavaliere fuggì lasciandola nella disperazione.
La principessa Layana respinta e derisa si lasciò morire lanciandosi da quel muro che l’aveva isolata dal mondo.
Alla scoperta del corpo della loro amata padroncina anche i 17 fedeli servitori rimasero impietriti dal dolore.
Oggi i 17 nani da cui Villa Valmarana prende il suo nome, sono visibili sulle mura di cinta, custodi del triste destino della piccola creatura.