Gli uomini tedeschi sono una catastrofe. In amore, s’intende. Lo sostiene il francese Alain-Xavier Wurst, che da nove anni vive a Berlino, e ha scritto un libro d’accusa, Zur Sache, Chérie (Rowohlt editore), come dire: veniamo al dunque, cara. E come sottotitolo: un francese disperato per i tedeschi. Il libro, o meglio, la requisitoria, costa 8,90 euro, cifra modesta per imparare l’arte del flirt, ed è indirizzato alle frauen, ma indirettamente condanna i signori uomini. «Non sanno proprio come si rimorchia una ragazza», spiega l’autore, «ne avevo avuto sentore quando ancora abitavo a Parigi avvicinando le tedesche in vacanza. Non erano abituate a sentirsi rivolgere la parola da un uomo sconosciuto. Reagivano sorprese». Come francese, ammette Xavier, partiva in vantaggio, perché i connazionali di Sarkozy godono di una buona reputazione in amore. Come gli italiani, seguiti dagli spagnoli. Quindi, le tedesche accettavano da un parigino quanto avrebbero respinto, offese, da un berlinese. Il tema potrebbe anche sembrare secondario, banale. Invece ha effetti anche sulla politica. I tedeschi, considerati cattivi amanti, non riescono a essere seducenti nei rapporti internazionali, Ogni loro sforzo viene frainteso. Tanto più cercano di piacere, di venire amati, e tanto più cresce il sospetto. Non c’è popolo che cerchi con maggior intensità affetto e comprensione e che ottenga il risultato contrario e provochi malintesi. I tentativi di trovare un contatto vengono scambiati per intromissione. La Germania subisce il fato di uno spasimante che venga scambiato per un possibile violentatore. E il giudizio non cambia se al governo c’è una donna. Frau Angela è stata soprannominata Madame Non, perché rifiuta sempre le proposte dei suoi colleghi europei. E nessuno osa mai chiamarla chérie, come fa Monsieur Alain, che ha un cognome tipicamente tedesco, Wurst, salsiccia.